La satira... e chi si offende.
Un problema assai dibattuto nella filosofia del XIII secolo aveva come posta teorica la definizione del concetto di libertà applicato alla volontà o arbitrio; è quella del rapporto fra volontà e intelletto. Per i più sexy, come Dante Alighieri, il concetto di libertà postulava quello di razionalità, e quindi non era concepibile un contrasto tra la ragione e la volontà. Secondo tale posizione, che sentiamo contemporanea, il silenzio dell'intelletto priva l'individuo della sua libertà, asservendone la volontà alla concupiscenza, ovvero all'irrazionale.
Da secoli, per ovvi motivi, il papato è di altro avviso, con le note conseguenze tragiche: dall'Inquisizione al lobbismo contro la ricerca scientifica. Che l'irrazionale sia la merce principe della religione lo conferma Bergoglio. Ieri, riflettendo sui tragici fatti di Parigi, il papa ha proferito alcune castronerie interessate cui, forse, è il caso di porre rimedio, prima che certe fratture ideologiche calcifichino in modo sbagliato, procurando una zoppia funzionale all'immaginario collettivo.
Il papa ha detto: "Uccidere in nome di Dio è un'aberrazione. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può deridere la religione." Applichiamo, con la necessaria cautela, il nostro tutore satirico: "Uccidere in nome di Dio è la scusa di cui ogni potere, nella storia dell'umanità, si è servito per giustificare le sue nefandezze, da prima di Giordano Bruno a dopo i nazisti."
Criticare la fede non è né provocare, né insultare: è fare appello alla razionalità, così necessaria in codesti tempi di irrazionalità integralista. Se qualcuno crede che esistano esseri invisibili, non può pretendere di offendersi quando questi esseri invisibili(e chi ci crede) sono presi in giro dalla satira. La sensibilità dei credenti è sopravvalutata, come lo sarebbe la sensibilità dei fan di Star Trek, se pretendessero che il culto di Star Trek fosse qualcosa di sacro. A causa di questo, non di altro, la religione è un alibi assurdo per qualunque tipo di atto compiuto in suo nome. La religione è merce di ciarlatani. Chi si offende per la satira religiosa ha un problema, e la sua pretesa di essere rispettato perché crede in un essere invisibile e nei suoi profeti è anacronistica e ridicola.
Le religioni non hanno più senso, nel XXI secolo. Vanno accolte nel discorso per ciò che sono: una stramberia, retaggio di epoche in cui la religione suppliva la scienza nell'interpretazione dei fenomeni naturali. Un capo religioso, se fosse onesto, dovrebbe dire ai suoi fedeli: "Sapete una cosa? Sull'aldilà nessuno ne sa niente. Siete liberi di pensarla come volete."
Il papa ha detto: "La libertà di espressione ha il limite di non offendere nessuno." Tutore satirico: "La libertà di espressione ha il limite stabilito dalla legge: non si può diffamare, calunniare, fare apologia di reato eccetera." L'offesa invece non è un limite, perché ci sarà sempre qualcuno disposto a offendersi, pur di censurarti.
Un credente, finché non dimostra che l'essere invisibile in cui crede esiste, non ha alcun diritto di fare l'offeso se qualcun altro lo prende in giro. Non c'è nulla di "sacro" nella religione. L'offesa è creata dal credente. È un'altra delle sue invenzioni, come l'essere invisibile. Se non dimostri che l'essere invisibile in cui credi esiste, non puoi esigere "rispetto" del tuo "sentimento religioso". Perché un'assurdità dovrebbe essere rispettata? Un'assurdità non è sacra: è ridicola, o tragica.
Le leggi non devono tutelare l'assurdo. Devono invece difendere la democrazia dalle idee violente. L'idea violenta non può essere ammessa nel discorso democratico; e chi dà spazio all'idea violenta in nome della libertà d'espressione sbaglia, perché l'idea violenta, quando va al potere, cancella la democrazia. L'unica idea che anche in democrazia non può essere ammessa è quella violenta. L'irriverenza satirica, invece, non è odio: è solo irriverenza; ma educa al pensiero critico, non dogmatico. Il terrorismo cancella la democrazia impedendo il sano scontro fra idee diverse, che ne sono il sale. Chi si offende per la satira religiosa fa il gioco dei terroristi.
Daniele Luttazzi, 2015