La coerenza.
Ho giocato la mia vita con i dadi all'osteria,
ho pensato tante volte di barare o andare via,
ho provato a dare un senso al crocifisso con il Santo,
ho rubato e bestemmiato qualche volta ho pure pianto.
Ho dormito per la strada e ho conosciuto il fondo,
ho capito molte lingue perché ho girato il mondo,
ho preferito star da solo o dalla parte dei perdenti,
che accettare a tutti i costi di seguire le correnti.
Ho deciso di cambiare e ho provato l'emozione,
di restare ad aspettare qualche nuova soluzione,
e ho tenuto in braccio un bimbo camminando sotto il sole,
ho cercato nei suoi occhi e ho imparato le parole.
Ho pensato a mio padre che andava a lavorare,
a mia madre che sorrideva nel vederlo ritornare,
ho annaffiato i fiori rossi che tenevo al davanzale,
ho giocato nel cortile e poi di corsa sulle scale.
Ed ho creduto di star bene mentre invece stavo male,
ho capito molto presto tutto quello che non vale,
ho comprato la pazienza assieme a strani talismani,
ho rivisto i suoi occhi, viso e calli sulle mani.
L'ho cercata, l'ho pagata se la chiamano coerenza,
questa cosa ha un prezzo fisso, non potevo farne senza,
e preferisco esser vinto contro il muro a torso nudo,
che cantare la vittoria ben protetto da uno scudo.
I nomadi, 1996