Morbillo e no-vax.

 

 

 

 

Il Somaro complottista, quello che vede ladri ovunque, e ovunque il magna magna degli scienziati, e ascolta le fantasie di geni incompresi che lavorano nei loro sottoscala e pubblicano regolarmente le loro mirabolanti scoperte su Instagram, ha intanto già ottenuto un risultato: il ritorno da trionfatore del virus del morbillo, che avanza tra due ali di folla di non vaccinati, raccogliendo consensi.
Il morbillo è una malattia da nulla, si sente dire in giro. Quando sento l'antivaccinista di turno dire questa sciocchezza, prima di tutto mi viene il sangue agli occhi pensando ai bambini e agli adulti che ho visto, a causa di questa malattia, riportare lesioni gravi e permanenti. Poi mi viene in mente mio nonno Pasquale, che è tornato vivo dalla Prima guerra mondiale. Tuttavia, forse perché internet non c'era, pare che nessuno l'abbia mai sentito affermare che la guerra è un'attività priva di rischi. Purtroppo aveva ragione: il conteggio dei morti, molti milioni, è ancora incompleto dopo cento anni. Però il mio compianto nonno materno, che aveva combattuto come artigliere, era tornato a casa dal campo di battaglia sano e incolume. Se ci si salva dalla guerra, dalle bombe, dalle mitragliatrici e dai gas tossici, figuriamoci se non si può uscire indenni anche dal morbillo! E quest'anno dobbiamo fargli anche i complimenti, al morbillo. Perché in Italia, con l'aiuto determinante dei genitori che non vaccinano i figli, nel 2017 ha superato, al momento in cui questo libro va in stampa, i 4500 casi.
Anche se gli antivaccinisti affermano che il morbillo è una malattia lieve che addirittura aiuta lo sviluppo del sistema immunitario, molti di coloro che l'hanno avuto di recente purtroppo non potranno dire la stessa cosa. Numerosi pazienti sono stati ricoverati in ospedale (per la gioia di Big Pharma, che ringrazia chi non vaccina) e tanti altri hanno avuto gravi conseguenze; vedremo nel futuro se la malattia ha lasciato -come spesso accade in questi casi- danni permanenti. In particolare, i tre bambini morti a causa di questa epidemia, che ha portato l'Italia ai vertici delle classifiche mondiali nella poco invidiabile gara a chi ha più casi di morbillo, certamente non avranno il privilegio di potersi connettere a internet nel futuro.
L'epidemia, in ogni caso, un merito l'ha avuto: ha mostrato senza dubbio quanto funziona il vaccino, visto che il 95% dei casi si sono verificati in persone che non erano state sottoposte al ciclo completo di immunizzazione! Ma c'è di più: osserviamo con attenzione il tasso di incidenza per fascia d'età nell'epidemia del 2017 (è stata un'epidemia, anche se a qualche senatore, barista e avvocato antivaccinista il termine non piace) di morbillo in Italia. Il grafico seguente indica l'incidenza dei casi, ovvero il numero di persone che si sono ammalate di morbillo ogni 100.000.

 

 

 


I dati sono chiarissimi e indiscutibili: l'incidenza più alta (55 casi ogni 100.000 abitanti) si riscontra nei bambini al di sotto di un anno. La cosa è molto negativa perché il morbillo, contratto nel primo anno di vita, ha una frequenza maggiore di complicazioni. Il problema è difficile da risolvere perché questi bambini sono troppo piccoli per essere vaccinati: l'unico modo per proteggerli, quindi, è impedire che vengano infettati. Ma chi li infetta? La risposta è semplice e basta osservare il grafico per capirlo: sono infettati dai loro compagni di asilo più grandi, che vengono subito dopo come tasso di incidenza (età 1-4 anni, 27 casi per 100.000 abitanti). Qui la storia è diversa, perché questi bambini possono essere vaccinati! Per cui, se lo fossero, il morbillo negli asili non circolerebbe (invece di 27, nel grafico trovereste 0) e di conseguenza anche i bambini troppo piccoli per essere vaccinati sarebbero protetti nel luogo dove più di frequente contraggono la malattia. È l'immunità di gregge, di cui riparleremo.
Il vaccino è estremamente efficace -lo dicono questi dati in maniera inequivocabile- e più sicuro di qualunque altro farmaco che un genitore possa somministrare al suo bimbo, inclusi i più comuni rimedi contro la febbre. Vaccinare i bambini è quindi cruciale, ma non basta. In un Paese come il nostro, a bassa natalità e con un alto numero di adolescenti e adulti vulnerabili, bisogna pensare anche ai più grandi, che in fondo, nella maggioranza dei casi, non sono altro che bambini che non sono stati vaccinati a tempo debito.
È una vergogna che il morbillo circoli in un Paese civile. È una vergogna che ci sia anche un solo caso, perché nelle nazioni dove si vaccina in maniera estesa la malattia è eliminata e negli ospedali, per morbillo, non entra nessuno. Per cui, genitori che non avete ancora vaccinato i figli, adulti che non siete sicuri di aver avuto la malattia, vi prego: almeno contro il morbillo vaccinate e vaccinatevi. So che i genitori che non vaccinano pensano di fare la cosa giusta per i loro figli, ma si sbagliano ed è un errore che potrebbe essere pagato a caro prezzo. Lasciamo perdere obblighi, leggi, multe e tutto il resto: dobbiamo aumentare la copertura vaccinale, altrimenti simili tragedie continueranno a succedere. Non state a sentire i fanatici che gridano follie, e neanche i politici che in maniera scellerata cavalcano quest'irresponsabile e irrazionale deriva oscurantista: il vaccino è sicurissimo ed estremamente efficace. I bambini, specie i più piccoli, sono in pericolo. Possiamo difenderli. Dobbiamo difenderli. Come? Con l'immunità di gregge.
Vi chiederete ora: "Quella che gli antivaccinisti negano con insistenza?". Sì, proprio quella. I'immunità di gregge, ovvero il fatto che se in una comunità il numero delle persone vaccinate è sopra una certa soglia l'agente infettivo non riesce più a circolare e sono protetti anche gli individui non vaccinati, è un dato di fatto tanto vero quanto la forza di gravità. La bugia antivaccinista, in questo caso, è davvero pericolosa, perché dire che l'effetto gregge non esiste per scoraggiare le vaccinazioni è come raccontare che i freni delle automobili sono inutili per indurre gli automobilisti meno avveduti a decidere di smontarli.
Anche in questo caso bastano i numeri per far svanire il raglio del Somaro. Prendiamo come esempio la meningite causata dal batterio che si chiama meningococco di tipo C: è una malattia molto pericolosa, difficile da diagnosticare, che in una percentuale non irrilevante di casi provoca tragedie. L'incidenza non è in aumento, ma potremmo dire lo stesso per gli incidenti stradali: non sono in crescita, ma molta gente perde la vita o rimane disabile a causa di essi. Per cui dobbiamo comunque guidare con prudenza e tenere le cinture allacciate. Lo stesso vale per il meningococco C. Nessuna emergenza, però abbiamo da una parte una malattia terribile che fa morti e disabili, dall'altra un vaccino che è sicurissimo e straordinariamente efficace (anche se alcuni bugiardi vi dicono il contrario), tra l'altro messo a punto con il contributo decisivo di un italiano, Rino Rappuoli. Ed è efficace non solo nel rendere immuni dall'infezione i vaccinati, ma anche nel diminuire in maniera drastica la circolazione di questo pericoloso batterio tra la popolazione e proteggere quindi indirettamente pure le persone alle quali il vaccino non è stato somministrato. Nel Regno Unito, dopo una campagna di vaccinazione a tappeto degli individui tra 0 e 18 anni, la malattia si è quasi azzerata (passando da oltre 1500 casi a poco più di 10) non solo tra chi era stato vaccinato, ma anche tra chi il vaccino non l'aveva fatto!
Vi propongo di nuovo un'immagine, che vale più di mille parole, che vi mostra il numero di casi di meningite da meningococco C registrati nel Regno Unito, suddivisi per fascia d'età. In alto potete vedere la situazione prima della campagna di vaccinazione, in basso la situazione dopo l'utilizzo esteso del vaccino.

 

 

 

 

Considerato che conclusioni identiche si ricavano dai dati di molti altri Paesi, dove l'adesione alla vaccinazione è stata altissima, possiamo dire che il vaccino non solo funziona, ma funziona benissimo. E non riduce l'incidenza soltanto nei vaccinati, ma anche in persone che il vaccino non l'hanno mai visto, come quelle con più di 25 anni. A cosa possiamo attribuire questa evidentissima diminuzione? Al miglioramento dell'igiene? A una favorevole congiunzione astrale? Ai risultati delle squadre inglesi nelle coppe europee? No. Questa si chiama "immunità di gregge", e a chi la nega chiedete di giustificare questi numeri. Non ci riuscirà. Infatti l'immunità di gregge esiste, ed è cosa certa. Ne consegue una seconda cosa altrettanto certa: chi non vaccina i figli non mette in pericolo solo i propri bambini, ma anche i bambini degli altri, e pure noi adulti. È un concetto importante che, dopo averlo definito come certamente vero, ci permetterà di parlare a ragion veduta di obbligatorietà delle vaccinazioni.


Roberto Burioni (da "La congiura dei somari"), 2017